Asstel: per rilanciare le telco «puntare su servizi digitali e nuovi mercati»

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(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Puntare su nuova progettualità e produzione di servizi digitali per rilanciare la crescita del settore telco; più semplificazione, in vista dei nuovi bandi, per velocizzare la costruzione delle reti ad alta capacità; e l'auspicio di un aiuto esterno, pubblico, per il fondo bilaterale del settore finalizzato a formazione e riqualificazione. Sono i messaggi chiave dell'intervista a DigitEconomy.24 (report del Sole 24 Ore Radiocor e della Luiss Business School) di Massimo Sarmi, presidente di Asstel, associazione della filiera delle telco, al fine di realizzare il cambio di passo di un comparto che dà lavoro a circa 130mila dipendenti, ma che sta soffrendo il calo dei ricavi. Secondo gli ultimi dati del rapporto Mediobanca, nei primi sei mesi del 2021, il fatturato dei gruppi italiani di tlc è sceso di 320 milioni rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.

In vista del Forum nazionale delle telecomunicazioni organizzato per il 28 ottobre, Sarmi rimarca inoltre come, di fronte alla necessità di nuove competenze e investimenti sia «necessario pensare alla formazione, continua e certificata, come un diritto-dovere per i lavoratori nell'ottica di favorire una ancora più spiccata capacità di innovazione e la creazione di valore».

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Il settore delle tlc sta affrontando una serie di investimenti legati alla digitalizzazione, tra ricavi in sofferenza e competizione crescente. Come rilanciare la crescita? Che ruolo può giocare il Pnrr?

La pandemia ha rafforzato il bisogno di connettività, quale fattore essenziale e strategico per il Paese. Un uso maggiore della rete non ha però coinciso nel 2020 con un aumento di ricavi per l'industria delle telecomunicazioni, che risentendo degli effetti connessi a una forte competitività tra i numerosi attori coinvolti, ha registrato, nel tempo, una progressiva flessione dei ricavi. Nonostante ciò, gli investimenti infrastrutturali realizzati dalla filiera, restano significativi. Un impegno in linea con la sfida che il nostro Paese ha accolto con il Pnrr e che passa dalla realizzazione di infrastrutture, dagli investimenti a sostegno dell'innovazione e da un rapido sviluppo di nuove generazioni di servizi concreti a supporto di imprese e cittadini. Per far sì che il processo di digitalizzazione rappresenti un'occasione di crescita per un'Italia che vuole tornare a essere leader in Europa e nel mondo, bisogna intervenire su fattori prioritari, capaci di far evolvere l'intera struttura sociale del presente e, soprattutto, del futuro. E in questa direzione è necessario riattivare il circuito virtuoso tra competenze, innovazione, investimenti, servizi, generazione e ridistribuzione della ricchezza. L'obiettivo è di puntare su una progettualità nuova e sulla produzione di servizi digitali per rendere più efficaci ed efficienti i processi interni, ma anche aprire a nuovi business e a nuovi mercati.

La formazione delle persone al digitale è uno degli elementi più importanti per stare al passo con le richieste del mercato. A che punto è il lavoro delle aziende?