Crisi dei chip: lofferta latita e il prezzo dei semiconduttori sta per salire
La crisi del mercato dei semiconduttori è ben lontana dal superamento, visto che presto potrebbe aprirsi un ulteriore fronte problematico per tutti i produttori di elettronica di consumo e non solo. Secondo le ultime indiscrezioni riportate dal Taipei Times e da Digitimes, a partire dal secondo trimestre 2021 diversi chipmaker hanno applicato aumenti al prezzo dei semiconduttori che variano dal 10 al 30% in più rispetto a quelli del Q1 2021.
Il Taipei Times sostiene che l’aumento abbia riguardato oltre 30 aziende specializzate nella produzione di semiconduttori, le quali avrebbero incrementato i prezzi dei loro prodotti nella misura indicata poco sopra, tuttavia pare che alcune specifiche categorie di circuiti integrati abbiano visto il loro prezzo schizzare alle stelle, con aumenti quantificabili sull’ordine delle dozzine di volte.
In particolare sembra che le aziende principalmente interessate dagli aumenti siano quelle di medie dimensioni, mentre un colosso come TSMC non è ancora ricorso ad un incremento sostanzioso dei prezzi, nonostante abbia comunque interrotto diverse offerte che permettevano ai suoi clienti di godere di sconti su grossi volumi di produzione. Ovviamente anche questo può essere considerato come un aumento medio dei prezzi, tuttavia l’impatto è profondamente diverso in quanto non colpisce in maniera eguale tutti i clienti di TSMC.
Secondo il report del Taipei Times, le principali aziende coinvolte sono UMC, SMIC e Power Semiconductor Manufacturing Co., mentre le categorie di semiconduttori più colpite sono quelle relative ai circuiti integrati dedicati alla gestione energetica e le memorie. Riguardo queste ultime, il report di Digitimes sembra confermare lo scenario, visto che un suo recente rapporto suggerisce aumenti a doppia cifra per il mercato delle memorie NAND e DRAM nel corso del terzo trimestre del 2021.
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