FIBRA OTTICA: COS'È E COME FUNZIONA

La fibra ottica in Italia

In Italia un grande impulso alla ricerca scientifica nel campo della fibra ottica è stato portato dal Centro Studi E Laboratori Telecomunicazioni (CSELT), un istituto di ricerca, chiuso nel 2001, molto attivo nel campo delle telecomunicazioni. Il CSELT è stato il principale centro di ricerca del settore in Italia e uno dei più importanti a livello europeo. Il suo quartier generale era a Torino e questo ha permesso alla città piemontese di essere la prima completamente cablata con rete ottica nel 1977.

Nel 1995 la SIP provò, con il Progetto Socrate, a portare la fibra ottica in tutto il territorio nazionale. Il progetto Socrate puntava a cablare 10 milioni di abitazioni attraverso l’uso di cavi coassiali come ultimo miglio e fibra ottica come dorsale, per diffondere servizi a banda larga tra cui la TV via cavo e internet. Dal punto di vista finanziario il progetto prevedeva un investimento da 13mila miliardi di vecchie lire. Le prime città ad essere cablate furono Bari, Venezia, Siena e San Gimignano, tutte città per le quali occorreva particolare attenzione dal punto di vista urbanistico. Il progetto Socrate naufragò per la convergenza di questioni finanziarie e tecnologiche (lo sviluppo della tecnologia ADSL). Quando il progetto fu chiuso nel 1997, erano già stati spesi 5mila miliardi di lire ed erano stati cablati 1,5 milioni di abitazioni dislocate in 64 città.

Un esperimento interessante che riguarda il nostro paese è il caso di Metrocore, una rete fibra ottica civica installata nel 2001 per collegare il CNR all’Università di Pisa. La rete era nata per scopi di ricerca ed era destinata all’impiego interno agli ambienti accademici. Ora, invece, ad essa sono allacciate anche la Questura, la Pretura e il centro abitato, che navigano a una velocità di circa 1 gigabit/secondo.

Metrocore è una rete fotonica (ovvero un insieme di nodi di trasporto e di nodi di accesso che si basa sulla trasmissione di fotoni e l'elaborazione dei segnali ad essi associati, ndr.) in fibra ottica che amplifica di circa 10 volte la banda disponibile, e in alcuni tratti raggiunge velocità intorno ai 10 gigabit al secondo poiché impiega la tecnologia WDM (Wavelength Division Multiplexing, uno dei meccanismi utilizzati nella comunicazione ottica). La velocità è paragonabile alla rete di Internet 2 che negli USA collega un centinaio di centri di ricerca a grandi società.

Su queste virtuose collaborazioni tra università e aziende, negli Stati Uniti si è costruito un modello di business al fine di recuperare il vantaggio competitivo che vedeva gli USA capofila della rivoluzione tecnologica agli albori di internet e perso con la diffusione del web.

Tornando al presente, la rete in fibra è già diffusa sulla maggior parte del territorio nazionale e il trend di crescita del nostro paese in questo settore è tra i primi in Europa. Nel 2018 6,3 milioni di abitazioni avevano accesso alla banda ultra larga. Questo testimonia che l’Italia sta puntando sull’innovazione e l’avanzamento tecnologico riprendendo un discorso interrotto una ventina di anni fa.