Innovazione tecnologica e mondo del lavoro: minaccia o opportunità?
Mai come in questi ultimi anni, l’innovazione tecnologica sta avendo un impatto straordinario sulle nostre vite, sulle nostre abitudini e, soprattutto, sul nostro lavoro.
Dobbiamo guardare al futuro con ottimismo o sospetto?
L’ultima tecnologia che ha cambiato la nostra vita
Sono bastati appena 12 anni (è questa l’età dell’iPhone, il primo smartphone ad essersi imposto sul mercato) perché lo smartphone rivoluzionasse il nostro mondo, influenzando così tanti aspetti della nostra vita quotidiana che oggi sarebbe difficile pensare di farne a meno.
Nel suo discorso di presentazione del 2007 Steve Jobs aveva già previsto tutto, anticipando anche alcune delle cose fantastiche che ci permette di fare. Possiamo ascoltare musica attingendo da enormi librerie con decine di milioni di canzoni, guardare film e serie TV senza sosta, rimanere costantemente connessi a Internet e avere accesso a tutto lo scibile umano in pochi secondi.
Ma anche i più ottimisti pionieri degli smartphone non avrebbero potuto prevedere tante altre applicazioni di questo dispositivo.
Pensiamo a Google Maps: siamo così abituati a farci guidare a destinazione che faticheremmo a muoverci senza. Oppure al car sharing: possiamo usare il telefono per trovare una automobile libera, raggiungerla, aprirla e guidarla. Pensiamo al riconoscimento vocale: possiamo parlare al cellulare e chiedergli di darci indicazioni, prendere appunti o avviare una chiamata.
E, ovviamente, non dimentichiamoci della messaggistica: WhatsApp, Telegram ecc. hanno cambiato drasticamente il modo in cui comunichiamo.
Quello che fino a pochi anni fa era fantascienza oggi è realtà quotidiana.
E le prossime che plasmeranno il futuro
Ma lo smartphone è soltanto il più recente prodotto della mente umana che ha cambiato le nostre vite e la nostra società. Se guardiamo indietro agli ultimi secoli abbiamo continuato a inventare, creare e innovare senza sosta fin dalla rivoluzione industriale.
E che cosa ha in serbo per noi il futuro, anche prossimo?
Possiamo già individuare alcune delle incredibili tecnologie che plasmeranno la società del futuro. Proviamo a elencarne qualcuna:
Le macchine a guida autonoma stanno per aprire le porte a un’era in cui tutti, anche i più giovani e coloro che non possono o non vogliono guidare, avranno totale libertà di movimento. Non solo: ogni anno circa 1,2 milioni di persone muoiono in incidenti stradali; le macchine a guida autonoma sembrano destinate a porre fine a questa strage che colpisce soprattutto i più giovani.
stanno per aprire le porte a un’era in cui tutti, anche i più giovani e coloro che non possono o non vogliono guidare, avranno totale libertà di movimento. Non solo: ogni anno circa 1,2 milioni di persone muoiono in incidenti stradali; le macchine a guida autonoma sembrano destinate a porre fine a questa strage che colpisce soprattutto i più giovani. Le stampanti 3D , sempre più diffuse, rivoluzioneranno l’industria manifatturiera, permettendoci di costruire oggetti prima impensabili. In un futuro non troppo lontano potremmo acquistare un prodotto su Amazon e stamparlo in tempo reale nelle nostre case.
La stampa 3D rivoluzionerà anche la sanità: gli scienziati stanno già stampando organi per trapianti umani, aprendo la strada a infinite possibilità di applicazione in campo medico.
, sempre più diffuse, rivoluzioneranno l’industria manifatturiera, permettendoci di costruire oggetti prima impensabili. In un futuro non troppo lontano potremmo acquistare un prodotto su Amazon e stamparlo in tempo reale nelle nostre case. La stampa 3D rivoluzionerà anche la sanità: gli scienziati stanno già stampando organi per trapianti umani, aprendo la strada a infinite possibilità di applicazione in campo medico. Meno nota è la CRISPR , una tecnologia di editing del genoma. È stata paragonata a un editor di testo per geni, con il quale è possibile editare e copiare sequenze di geni. Utilizzata in maniera etica e responsabile ha il potenziale per curare qualsiasi malattia genetica, compresi cancro, cecità e AIDS.
, una tecnologia di editing del genoma. È stata paragonata a un editor di testo per geni, con il quale è possibile editare e copiare sequenze di geni. Utilizzata in maniera etica e responsabile ha il potenziale per curare qualsiasi malattia genetica, compresi cancro, cecità e AIDS. L’intelligenza artificiale, alla quale abbiamo dedicato un articolo in passato, ha compiuto enormi passi in avanti ed è entrata a far parte della nostra quotidianità. Quando Spotify o Netflix ci suggeriscono una canzone o un film stiamo interagendo con dell’AI. Lo stesso avviene con gli assistenti virtuali dei nostri telefoni o i dispositivi domestici come Amazon Alexa, ai quali possiamo parlare per ordinare un caffè o calendarizzare un appuntamento. L’intelligenza artificiale viene utilizzata nel riconoscimento facciale e infatti è un ingrediente chiave che rende possibili le macchine a guida autonoma.
E la lista potrebbe andare avanti a lungo.
Il progresso tecnologico fagociterà i nostri posti di lavoro?
Ma che conseguenze ha questa accelerazione del cambiamento tecnologico?
Uno dei timori maggiormente diffusi in questo periodo è quello che l’essere umano diventi superfluo e venga rimpiazzato da macchine più forti e intelligenti.
Per alcuni, siamo sull’orlo di un incubo tecnologico. Ma lo siamo davvero? I nostri figli sono destinati a essere l’ultimo capitolo della storia umana, prima di essere rimpiazzati da robot?
Historia magistra vitae
È proprio guardando indietro alla storia umana che possiamo cogliere un barlume del nostro futuro.
Sono ormai 200 anni che progrediamo rapidamente: il motore a scoppio, l’elettricità, l’aereo, la televisione e il computer sono tutte invenzioni che hanno avuto effetti drastici sulla società. Se il cambiamento tecnologico rendesse davvero superfluo l’essere umano, quindi, dopo 200 anni dovremmo essere già tutti disoccupati.
Chiaramente, le cose non stanno così.
È vero, però, che il lavoro è cambiato moltissimo negli ultimi 200 anni.
In Italia nel 1861 il 70% della popolazione attiva lavorava nel settore agricolo, oggi è appena il 3% (fonte Istat). Il 67% degli italiani hanno quindi dovuto trovare un nuovo lavoro, trasformandosi in ingegneri, architetti, sviluppatori, manager, insegnanti, ricercatori ecc., tutti lavori inesistenti o indisponibili nel 1861.
Anche se l’innovazione rende alcuni mestieri obsoleti ne crea di nuovi con la stessa velocità.
L’innovazione ha creato tanti posti di lavoro quanti ne ha rimpiazzati. Anzi, molti di più. Se si considera che la popolazione mondiale è ora di 7,7 miliardi, contro il miliardo di inizio Ottocento, il numero assoluto di posti di lavoro è infatti cresciuto enormemente.
È la nostra stessa storia, quindi, a dirci di non preoccuparci: stiamo innovando da diverso tempo e le persone occupate non sono mai state così tante.
Il ruolo della formazione permanente
Se c’è una cosa che è cambiata è la velocità con la quale stiamo innovando.
Questo ci riporta dritti allo smartphone. Se quella invenzione ha rivoluzionato la nostra vita in 12 anni, quanto sarà rapido e profondo l’impatto delle prossime meraviglie tecnologiche?
Cosa dobbiamo fare per non essere sostituiti da un robot chirurgo o un chatbot avvocato?
La risposta è una sola: dobbiamo continuare a imparare per tutta la vita.
Per restare in sella e non essere disarcionati dal cambiamento dobbiamo abbandonare l’idea che una volta conseguito un diploma, una laurea o un master ed entrati nel mondo del lavoro, non metteremo più piede in una classe, fisica o virtuale che sia.
Dobbiamo continuare a imparare nuovi modi di fare cose ed essere aperti al cambiamento.
Ironicamente, proprio la tecnologia ci sarà d’aiuto in questo, grazie a nuovi software di formazione aziendale che aiuteranno le aziende a formare i dipendenti, a corsi online ottimizzati per mobile che permetteranno di imparare ovunque e in qualunque momento, all’applicazione dell’intelligenza artificiale alla formazione ecc.
Emblematico da questo punto di vista il progetto Flexa del MIP Politecnico di Milano. Con il supporto della tecnologia IA di Microsoft la Business School ha creato una piattaforma di formazione continua in grado di trovare e proporre all’utente i contenuti di cui ha bisogno per proseguire il proprio percorso di crescita professionale più velocemente e con maggiore efficacia.
Crediti fotografici: ©beeboys/Fotolia.
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