Intervista a Marco Massarotto: Cinque trend della comunicazione digitale nel 2021
Anche il mondo della comunicazione ha attraversato questo 2020 pieno di sfide e, nella difficoltà, ha dovuto affidare alla comunicazione digitale molta parte della propria forza. In pochi mesi sono cambiate le modalità di fruizione, le abitudini e i target di riferimento e tutti i modelli collaudati sono saltati. C’è stata, in particolare in Italia, un’accelerazione verso nuovi ambiti di sviluppo, pensiamo ad esempio all’e-commerce. È notizia di questo mese di dicembre che il mercato pubblicitario globale si è ripreso più rapidamente del previsto. Lo scrive Prima Comunicazione riportando le nuove stime dell’Advertising Expenditure Forecasts di Zenith. Nonostante la contrazione del mercato registrata al 7,5% (pari a 587 miliardi di dollari nel 2020) la realtà è stata in netto miglioramento rispetto alle stime di un crollo del 9,1% ipotizzato nel report dello scorso luglio.
Per capire quali siano gli ambiti di sviluppo del digitale che vedranno nel 2021 un consolidamento della loro presenza, chiediamo a Marco Massarotto esperto di Digital Marketing e Comunicazione, Director of Social Media, Strategy and Content di DOING, e docente dell’Accademi dei Mestieri Digitali di DigitYou, cosa ne pensa e quali secondo lui sono i trend a cui guardare per lo sviluppo di una strategia di comunicazione.
Gli ambiti a cui prestare attenzione nel prossimo anno sono cinque e riguardano: primo, lo sviluppo di tutto ciò che è “voice”; secondo, lo sviluppo delle tecnologie immersive come l’Augmented Reality e i wearable; terzo, il mondo touchless; quarto, il machine learning e l’artificial intelligence; quinto, l’approccio multiculturale.
1. Quella che stiamo vivendo è l’epoca dell’affermazione di tutto ciò che è vocale, possiamo chiamarla the age of voice. La voce è un elemento chiave della nostra comunicazione, è incredibilmente identitaria e la sua trasmissione, molto leggera, consente una grandissima versatilità, i podcast si sono rivelati l’innovazione culturale più significativa ed emozionante del nuovo secolo, questi strumenti possono diventare un ottimo modo per comunicare con la propria audience e fidelizzarla. I numeri dei podcast sono dilaganti, ne sono un ‘termometro’ tutti i siti di news che hanno la versione audio delle ultime notizie.
Gli assistenti vocali hanno avuto un grande successo, sono diventati una tecnologia pervasiva, il mercato delle cuffie sempre più potenti e sofisticate supporta il mondo del vocale e in questo segmento le aziende dovranno ripensare la brand identity, con le parole e i suoni ridisegneranno il proprio mondo. Nell’anno in cui tutti abbiamo dovuto confrontarci con ‘la distanza’ la voce è stata quel canale sempre disponibile.
2. La realtà aumentata sta entrando nella nostra quotidianità specie perché permette di fondere elementi concreti ed elementi virtuali, migliorando la percezione della realtà che ci circonda. L’AR utilizza la tecnologia per arricchire l’esperienza nell’ambiente circostante. Ad esempio, pensiamo a un paio di smart glasses, oppure a un magic mirror ma anche a strumenti molto più comuni, come smartphone, tablet o wearable device. Con il telefono in mano possiamo, inquadrando una strada, sapere dove si trovano bar e ristoranti, con uno smartwatch al polso possiamo valutare alcuni parametri vitali. Con queste tecnologie digitali cambia la prospettiva, le esperienze diventano immersive, senza essere invasive come può essere la virtual reality. Pensiamo a quali evoluzioni possono avverarsi nel mondo del design, in quello delle lingue straniere e del turismo. Senz’altro si aprono una serie di opportunità per i brand per empatizzare con i clienti.
3. Il mondo touchless è un ambito che avrà un forte impatto sulla nostra vita nel prossimo futuro. Toccare o non toccare lo schermo di un bancomat o di un monitor può fare oggi la differenza tra il poterlo usare oppure no. I protocolli più evoluti consentiranno di abilitare tecnologie “senza tocco”, a distanza, e in questa direzione dovremo pensare i nostri progetti per il futuro.
4. L’artificial intelligence ha dilagato in maniera sotterranea negli ultimi anni e ora cominceremo a vedere gli effetti della grande massa di dati raccolti e riutilizzati per restituire un’esperienza utente personalizzata: “ti mostro il film che funziona di più per te”, “ti propongo la pubblicità più adatta alle tue esigenze”, “ti faccio vedere i prodotti che sono più rilevanti per te”. Nelle futuristiche metropoli giapponesi i distributori automatici propongono a chi si avvicina gli snack più adatti e le offerte personalizzate. Con il riconoscimento a video le esperienze saranno targettizzate e decise dall’algoritmo, prima con app banali e poi con soluzioni di successo.
5. L’approccio multiculturale: possiamo pensare la cultura come quel “lavaggio del cervello buono” che ci fanno i genitori e maestri da bambini, e i mentori da adulti. Le aziende devono considerare nella loro offerta queste differenze per avere successo, e anche nella comunicazione serve sempre di più adattare la strategia ai differenti mercati. La lingua senz’altro è un primo step, i Paesi di matrice anglosassone sono facilitati perché partono da un terreno comune, ma anche in questi Stati le differenze locali sono significative e le aziende devono tenerne conto. Il coronavirus che è stato esperienza comune in ogni parte del globo ha evidenziate le differenze culturali e di approccio in ogni Paese e in ogni comunità locale. Ognuno ha interpretato ad esempio le misure di contenimento del virus a seconda del proprio background. Diventa di primo piano la capacità di visualizzare e progettare esperienze adatte ai contesti al fine di valorizzarle al meglio.
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