Storia ed evoluzione

La storia del marchio Tim - Telecom

La storia della Telecom coincide in buona parte con quella delle telecomunicazioni italiane e con le aziende che l’hanno formata; queste ultime hanno svolto un ruolo chiave nel decollo e, poi, nello sviluppo del nostro sistema industriale ed economico. Anche se la prima telefonata fu effettuata a Milano nel 1877, solo quarant’anni più tardi si costituiranno società con interessi per la telefonia. Intanto, fu costituita nel 1899 una società elettrochimica a Pont Saint Martin (Aosta) che assumerà nel 1918 il nome SIP, acronimo di “Società Idroelettrica Piemonte”. All'epoca la società non possedeva un vero e proprio marchio inteso come un segno preciso e non modificabile; spesso la denominazione ufficiale era accompagnata da elementi simbolici come il segno della corrente elettrica, secondo il gusto del tempo. L'azienda, solo nel primo dopoguerra, diversificò la propria attività passando dal settore elettrico a quello telefonico conquistando posizioni egemoniche; la grande crisi finanziaria degli anni Trenta richiese un intervento di salvatggio da parte dell’IRI che comportò lo scorporo delle attività telefoniche della SIP e, nel 1933, la nascita della finanziaria del gruppo, la STET (Società Torinese Esercizi Telefonici). Quest’ultima assunse, nel 1957, il controllo delle 5 aziende telefoniche: STIPEL (Società telefonica interregionale piemontese e lombarda); TELVE (Società telefonica delle Venezie) per le tre Venezie; TIMO (Telefoni Italia medio orientale) per l’Italia centro est; TETI (Società telefonica tirrena) per la Liguria, Toscana, Lazio e Sardegna; SET (Società esercizi telefonici) per il Mezzogiorno continentale e la Sicilia. Nel 1964, durante il “miracolo economico” e con l’avvenuta nazionalizzazione del settore elettrico, giunse il momento per la fusione delle 5 società concessionarie del servizio telefonico nella SIP che mutò la denominazione in “SIP, Società italiana per l’esercizio telefonico”. Il primo marchio del 1964 era caratterizzato dalle lettere fortemente squadrate e dalla denominazione composta in Helvetica; questo marchio, per la verità , non era ufficializzato per cui convisse con altre libere interpretazioni fino al cambio del 1983. Il nuovo marchio era composto, come si evince dal documento di registrazione, “…da un tetragramma rosso ondulato visto in prospettiva che introduce la parola SIP in grigio disposta lateralmente”. Esso era la progressione e la sovrapposizione di tratti simili che esprimevano il concetto di comunicazione; questo marchio fu realizzato da Landor Associates ed esprimeva, in modo dinamico e moderno, la realtà tecnologica dell’azienda proiettata verso il futuro. Il riassetto del settore creò le condizioni per la costituzione nel 1994 di “Telecom Italia” quale unico gestore integrato dei servizi di telecomunicazioni in Italia mediante fusione delle società del gruppo IRI operanti nel settore (SIP, Italcable, Iritel, Telespazio e SIRM). Il marchio, disegnato dal dipartimento interno di comunicazione, ha conservato il segno grafico ed ha presentato il logotìpo composto in Helvetica. Nel 1995 c’è stata la creazione di TIM (Telecom Italia Mobile) il cui marchio fu disegnato da Area Strategic; nel 1998 il restyling è stato effettuato da Landor Associates con l’eliminazione della iniziale maiuscola e l’inserimento dell’acronimo nel tipico ovale della tastiera. Nei primi mesi del 2003 il marchio ha subìto un nuovo restyling, curato da Annamaria Testa e Paolo Rossetti: il carattere Meta al quale sono state apportate correzioni ottiche, un grigio più scuro e la trasformazione del tetragramma in trigramma. La rivisitazione di forma e colore, più che un cambiamento vero e proprio, ha caratterizzato la volontà di rinnovarsi e di migliorare la propria leggibilità senza voler modificare in modo radicale un marchio già affermato e conosciuto in tutto il mondo. Nel 2016 è stato presentato il nuovo marchio, frutto della fusione del know how di Telecom Italia e Tim in una nuova realtà commerciale, denominata “Tim”; un’operazione di sintesi che ha suggellato la convergenza fisso-mobile abilitata da Internet, dai nuovi device, dalla tecnologia e dalle piattaforme digitali. L’ideazione del marchio è stata realizzata in collaborazione con Interbrand; oltre a conservare i tre colori di base, è scomparso l’ovale consentendo al marchio di vivere libero. Le onde del tetragramma precedente sintetizzavano la trasmissione di un segnale analogico e, con l’avvento del digitale, sono state considerate obsolete; pertanto la sintesi ha portato alla realizzazione di un’icona di sole tre linee orizzontali nella quale, con opportuna sottrazione optical, si percepisce la lettera iniziale del logotìpo.