Anche manifatturiero elettronico ed elettrotecnico (Anie) in crescita. In generale, comincia la ripresa dell’intero Paese!
di Paolo Del Forno ♦ E’ il mercato delle tecnologie per l’industria manifatturiera che ha alimentato la buona performance del settore elettronico nel 2016, e per il primo trimestre 2017 anche sull’elettrotecnica si fanno sentire anche gli effetti del Piano Industria 4.0.. Continua l’azione di informazione e formazione dell’associazione presieduta da Giuliano Busetto, nasce il Comitato ANIE digitale
Quando, nel novembre dell’anno scorso, riferendo del programma dell’ Associazione, che raggruppa oltre 1300 aziende, 468.000 addetti e un fatturato aggregato di 74 miliardi di euro, ne avevamo definito il ruolo come di “prima linea nello sviluppo della quarta rivoluzione industriale”, erano già presenti all’orizzonte diversi dati positivi che facevano intendere complessivamente per il settore settore elettronico ed elettrotecnico una inversione di tendenza. Tendenza corroborata in seguito dal primo dispiegarsi delle misure del Piano Calenda.
Ora l’analisi dei dati diffusi nel corso dell’ assemblea annuale di ANIE Federazione, che è una delle maggiori organizzazioni di categoria del sistema confindustriale per peso, dimensioni e rappresentatività, certifica il buon risultato, al conseguimento del quale non sembra estraneo lo stimolo di un mercato che ha iniziato la transizione a Industry 4.0. I numeri 2016, che testimoniano di come l’industria tecnologica italiana guidi la ripresa, parlano da soli : + 4,2% per l’Elettronica e una sostanziale stabilità per l’Elettrotecnica (-0,7%). Questi dati vanno letti insieme ad altri che confermano ciò che si sperava da anni: comincia la ripresa dell’intero Paese.
Uno sguardo più ampio lo conferma: si riparte!
Siamo ancora lontani dai livelli pre-crisi, non c’è dubbio. Ma finalmente cresciamo senza se e senza ma. Da qualche giorno, per esempio, l’Istat ha rilasciato i dati sui fatturati di marzo 2017. Ebbene, rispetto allo stesso mese del 2016 l’industria cresce del 7,2%, con una notevole spinta da parte del mercato interno, che è aumentato del 9,25. Fra i sottocomparti industriali, si segnala la crescita della metallurgia (+14,3%), della chimica (+10,9%) e del farma (+4,6%). Particolarmente interessante il dato sui macchinari, spinti dagli sgravi fiscali del pacchetto Industry 4.0 del ministro Carlo Calenda. I fatturati dei macchinari, fra i quali ci sono anche i robot, sono aumentati dell’8,7%. Ma gli ordini sono saliti addirittura del 18,3%. Robot e macchine utensili sono un indicatore importante. Non tanto per il comparto che se ne avvantaggia in primo luogo – che è comunque un punto di forza del made in Italy – ma soprattutto perché mostrano le aspettative positive delle imprese che li utilizzano per nuove produzioni. Ucimu, l’associazione di settore delle macchine utensili e dei robot, ogni trimestre elabora l’indice delle commesse interne. Ebbene, per il primo trimestre 2017 l’indice si è posizionato a quota 236, con un incremento del 22,2% rispetto al trimestre precedente. Si tratta del valore più alto dal 2010 a oggi, pari al triplo di quello del 2013. Comunque, nel 2016 le commesse interne di robot e macchine utensili sono cresciute del 32%. Infatti nel mese di aprile, l’indice Istat sulla fiducia delle imprese ha ripreso a crescere, posizionandosi a quota 107,4 punti, in netto incremento rispetto ai 105,1 punti di marzo e ai 100,8 punti di dicembre 2016. Coerente con tutto cià è anche la crescita delle esportazioni extra Ue che, secondo l’Istat, nello scorso marzo è aumentata del 15,4%, il quinto dato positivo consecutivo, e il secondo a due cifre dopo lo scorso gennaio.
Le conferme Istat per elettronica ed elettrotecnica buon viatico per il 2017
Ma torniamo ai dati e alla situazione delle aziende rappresentate da Anie. A confermare l’inversione di tendenza che ha caratterizzato gli ultimi mesi sono anche i dati ISTAT che segnalano un andamento positivo diffuso già nel primo trimestre di quest’anno. Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica, infatti, le commesse relative agli ordinati interni del settore elettrotecnico ed elettronico registrati tra gennaio e marzo del 2017, segnano una crescita del +9,1% (vs primo trimestre 2016), mentre quelli esteri si attestano ad un +3.7% (vs primo trimestre 2016).
E non è tutto: per tracciare l’andamento del primo semestre del 2017, il Servizio Studi di ANIE ha condotto un’indagine su un campione di aziende rappresentative. Ebbene, il risultato conferma una prevalenza di indicazioni positive sulla crescita degli ordinativi nei primi sei mesi dell’anno: ben il 65% delle aziende intervistate vede già in questa fase un incremento dell’ordinato totale e quasi il 53% indica, per l’anno in corso, un considerevole aumento del fatturato. Uno scenario positivo che induce a pensare ad un futuro promettente e che trova un’ulteriore conferma anche guardando ai singoli mercati finali delle tecnologie che ANIE rappresenta: industria, building, infrastrutture/trasporti e energia. In particolare per il primo mercato.
L’andamento per l’ industria manifatturiera
L’andamento del settore delle tecnologie relative all’Industria manifatturiera ha visto nel 2016 una crescita di fatturato pari al 3.7% rispetto all’anno precedente. Segnali positivi confermati dall’indice PMI (Purchasing Manufacturing Index che esprime il sentiment dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero italiano) che si colloca in territorio dinamico da settembre 2016, e che ha raggiunto ad aprile 2017 il massimo storico degli ultimi sei anni. Come si è detto, i primi effetti e il consolidamento delle misure del Piano Calenda nell’ambito di Industry 4.0 si fanno sentire e potranno rappresentare un ulteriore volano per gli incrementi futuri.
«Già oggi – ha spiegato il presidente Giuliano Busetto nella sua Relazione – possiamo parlare di un aumento sensibile del fatturato per le tecnologie direttamente coinvolte nel piano del Governo. Il mercato è in movimento e molte richieste lasciano presagire un’accelerazione negli investimenti nei prossimi mesi». A questo proposito Busetto ha ricordato che «Dopo aver lavorato da protagonista fin da subito a fianco del Governo e di Confindustria per supportare il Piano Nazionale Industria 4.0, ANIE è oggi impegnata – proprio per il forte know how maturato e la validità del servizio offerto alle aziende – sul secondo pilastro del Piano, ovvero nella creazione della rete dei Digital Innovation Hub. L’obiettivo di creare un network di imprese eccellenti, grandi e piccole, al nord e al sud. » Nel fare questo, lo sforzo deve essere indirizzato a flessibilità e innovazione.
Flessibilità
Nella sua Relazione Busetto sottolinea come «Industria 4.0 comporta un salto culturale perché chiede di spostare l’attenzione delle imprese dai fattori tradizionali di produzione – capitale e lavoro – a un impalpabile mondo di informazioni digitali. Nella prospettiva di Industry 4.0 i dati e le informazioni aziendali , di mercato e soprattutto l’analisi di questi dati, diventano un valore su cui costruire i vantaggi competitivi del futuro. Su questo fronte è necessario un grande sforzo: si stima che, della crescente mole di informazioni digitali raccolte a livello aziendale, appena l’1% venga a oggi effettivamente utilizzato per migliorare processi e prodotti. – e ancora – La flessibilità è importante ad ogni livello e secondo logiche di filiera: quindi un ruolo chiave può essere svolto anche dalle PMI più dinamiche che potranno trarne grande vantaggio competitivo, tracciando una percorso di successo accanto alle aziende più strutturate. Il ritorno in termini di flessibilità di produzione è elevatissimo: efficienza dei processi, riduzione dei tempi di produzione e dei costi, nuovi prodotti e nuovi servizi personalizzati, migliore capacità di reagire in breve tempo alle esigenze del mercato, maggiori ricavi, dinamicità, sostenibilità
Innovazione
Innovazione: per Busetto è la parola chiave di Industria 4.0. «Puntando sulla innovazione, il Piano del Ministero dello Sviluppo Economico ha individuato nove aree tecnologiche abilitanti su cui puntare: produzione additiva, robotica industriale, integrazioni verticali e orizzontali, big data, cyber security, cloud, Internet of things, simulazione e realtà aumentata. Le aziende ANIE progettano, sviluppano e in molti casi già oggi utilizzano gran parte delle tecnologie che afferiscono alle nove aree citate e che accrescono l’intelligenza dei sistemi produttivi e la loro efficacia. Per questo ci sentiamo fortemente coinvolti: vogliamo che queste tecnologie diventino sempre di più strumento abituale di lavoro nelle nostre aziende e nei mercati che serviamo. »
L’attività informativa su Industry 4.0
La consapevolezza e la responsabilità del ruolo di industria più innovativa nel sistema manifatturiero italiano, (le aziende aderenti investono in Ricerca e Sviluppo il 4% del fatturato, rappresentando più del 30 % dell’intero investimento in R&S effettuato dal settore privato in Italia) già parte integrante della strategia operativa dell’ Associazione, ha portato all’adozione di diverse iniziative informative, congegnate per fornire alle aziende gli strumenti per cogliere pienamente le opportunità offerte dalla trasformazione di Industry 4.0. Ora è in vista un ulteriore impegno.
Per quello che riguarda le azioni già in atto, sono stati diffusi nell’occasione i dati relativi all’utilizzo da parte delle aziende ANIE degli strumenti messi a disposizione. Tra accessi al portale dedicato (focus su Anie.it) e richieste allo Sportello ANIE 4.0 sono oltre 2200 in due mesi i contatti avuti dagli ingegneri ANIE con le aziende interessate ad avere risposte concrete in merito all’applicabilità del Piano. Nel corso dell’ assemblea è stata annunciata una ulteriore iniziativa, volta a dare una risposta adeguata del mercato alla digital trasformation: la costituzione del Comitato ANIE DIGITALE.
Il Comitato ANIE DIGITALE
Articolato trasversalmente alle 14 associazioni di Federazione ANIE il Comitato avrà quattro working groups corrispondenti ai mercati finali delle tecnologie ANIE: Building, Energia, Industria e Infrastrutture, a loro volta guidati da esperti provenienti dalle aziende associate. Come ha ricordato nella sua relazione Giuliano Busetto: «La digitalizzazione non è una opzione ma una direzione strategica verso cui si muove il mondo, che ha già cambiato in modo radicale il comportamento degli utenti. Il fenomeno della convergenza tra automazione, meccanica, energia e ICT introduce il tema della digitalizzazione in molti settori applicativi di grande interesse anche per le imprese associate ANIE. Dal 2009, anno dell’esplosione in Italia del fenomeno smart grid, si è verificata un’espansione capillare del concetto di digitalizzazione applicato anche alle città (smart city, smart building) e dal 2011 all’industria con il paradigma Industrie 4.0».
ANIE Digitale sarà coordinata da Agostino Santoni, CEO di Cisco Italia, manager con grande competenza nelle tematiche legate all’ICT e alla digitalizzazione. Il compito del Comitato sarà di analizzare le implicazioni della digitalizzazione dei settori che vedono coinvolte le imprese altamente tecnologiche dell’Elettrotecnica e dell’Elettronica «un luogo di dialogo in cui favorire il confronto» lo ha definito Busetto.
Gli altri mercati
Questo detto sull’andamento e soprattutto sulle prospettive legate allo sviluppo dell’ industria manifatturiera, diamo un’occhiata all’ andamento degli altri mercati di pertinenza Anie.
Dopo un decennio di profonda debolezza, che ha visto dal 2008 una diminuzione degli investimenti edili pari al 30%, anche dal mercato relativo alle tecnologie che afferiscono al Building arrivano per il 2017 i primi segnali positivi, dopo che già il 2016 aveva chiuso con un fatturato in crescita di quasi il 2%.. Il settore Ferroviario, secondo l’analisi dell’associazione vede all’orizzonte un’importante ripresa, grazie anche agli ambiziosi piani di crescita dei principali committenti del settore (94 miliardi in 10 anni il piano delle FS per infrastrutture, materiale rotabile e sviluppo tecnologico).
Il dato negativo registrato nel 2016 dalle tecnologie ANIE rivolte al mercato delle Infrastrutture e Trasporti infatti, che vede una perdita di circa l’1%, di fatto non intercetta il positivo andamento degli ordini, per un disallineamento temporale nella contabilizzazione delle commesse. Una frenata caratterizza invece l’andamento nel 2016 delle tecnologie ANIE rivolte al mercato dell’Energia, trasversale sia alle fonti tradizionali sia a quelle rinnovabili. Nel prossimo triennio, però, sono previsti investimenti sulle infrastrutture di Rete elettrica che si concentreranno soprattutto nei segmenti tecnologici più innovativi. A questi si affiancheranno anche quelli per la manutenzione e ammodernamento del parco installato e per l’ulteriore sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili alla luce degli obiettivi europei al 2030.
Milano capitale della formazione industriale
Con la seconda fase del Piano Calenda, indirizzata a consolidare sul territorio una rete a supporto del cambiamento e che a regime comprenderà come nodi focali i Pid, i Digital Innovation Hub (DIH) e i Competence Center, la palla è ora nel campo delle università e delle associazioni imprenditoriali che devono fare la loro parte per dare tecnologie e know how alle imprese italiane. Anche da questo punto di vista, quello della formazione del capitale umano, l’Associazione, proprio per il forte know how maturato e la validità del servizio offerto alle aziende, intende promuovere azioni e iniziative specifiche.
Busetto, ricordando che in un futuro prossimo «Esisteranno lavori molto diversi rispetto a quelli che conosciamo e che in alcuni casi non riusciamo ancora ad immaginare,- e sottolinenando che – già oggi le persone in cerca di lavoro spesso non sono in grado di rispondere alle competenze tecnologiche e digitali necessarie alle aziende » ha annunciato l’impegno di ANIE per superare il digital mismatch. «Le previsioni della Comunità europea al 2020 stimano una crescita costante di posti di lavoro nel settore Ict, mediamente, di oltre 100mila all’anno.- ha ricordato Busetto- La domanda potenziale nel settore Ict in Europa potrebbe essere di quasi 9 milioni di posizioni. Ma oltre l’8% rimarranno vacanti perché le aziende non troveranno candidati con preparazione adeguata. »
Per ANIE bisogna quindi favorire un ecosistema dell’innovazione in cui le aree più avanzate delle aziende, i distretti industriali, la PA, le Università tecnologiche ed economiche, i centri di ricerca dovranno mettere a fattor comune le loro risorse. E per quello che riguarda le università un focus particolare riguarda il Politecnico di Milano, eccellenza riconosciuta per la qualità dell’offerta didattica e della ricerca. Secondo la prestigiosa classifica redatta da QS World University Rankings, si è confermata come la miglior Università italiana e tra le 200 migliori al mondo (170esimo posto), dopo avere guadagnato ben 13 posizioni rispetto allo scorso anno (e 60 posizioni negli ultimi 5 anni).
Facendo perno su questa eccellenza e poiché Milano è il centro nevralgico della terra manifatturiera per definizione – la Lombardia – una delle più importanti d’Europa, con un tessuto produttivo ricco e un forte know how di competenza tecnologica – Anie propone che la città diventi la capitale europea della formazione industriale manifatturiera per i giovani d’ Europa. «Già oggi Milano – ha detto Busetto – è la seconda meta scelta in Europa dagli studenti in Erasmus, dopo Barcellona. Sempre di più, per l’accoglienza che offre, per l’ottima collaborazione tra pubblico e privato, per la partnership già fruttuosa tra Università e impresa, per lo sguardo aperto al futuro, può diventare la capitale europea per la formazione dei giovani ingegneri per riposizionare l’Italia – e Milano – al centro dell’industria manifatturiera europea».
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